Un costrutto linguistico che ci fa dire le cose che ci piace sentire, storie di incontri e di buchi. Ma soprattutto un promemoria: cerchiamo una mela da gustare, sempre, nonostante tutto.
In sardo, che mi risulti (ma prendimi con le pinze perché purtroppo ne so poco), questa consuetudine linguistica non c'è.
Però dopo aver letto le tue prime righe mi è subito venuto in mente il modo in cui il mio compagno messicano parla con la sua famiglia d'origine: c'è una costante sottolineatura amorevole dei ruoli familiari.
Vediamo se mi so spiegare. Tipo, lui parla con sua sorella e le chiede "Hai parlato con mia madre?" - e tu pensi che abbiano due madri diverse, invece no, parlano della stessa persona. Oppure, ci sono lui, la sorella e la mamma intorno al tavolo, e la sorella dice alla madre: "Quando mio fratello è venuto a trovarmi...", e tu pensi stiano parlando di un altro fratello, invece no, è lo stesso che è seduto al tavolo con loro. Lo so, non c'entra con il reverse addressing, ma ci ho pensato subito; è forse anche quello un modo di rimarcare con amore le persone che popolano le nostre vite e il loro legame con noi?
(E comunque, che sorpresa meravigliosa sono sempre le tue newsletter.)
Che cosa super interessante! Ho fatto una ricerca su internet e sono finita in un thread lunghissimo su Reddit LOL
A quanto pare è un modo di esprimersi che è nato in Messico, e che poi è stato adottato anche in paesi vicini, Guatemala, Colombia, Venezuela. Voglio capire se questa cosa ha un nome e se ci sono studi / articoli / ricerche linguistiche a riguardo. Nerd mode: activated! 😂
Ricordo che anche le mie zie e zii in Sicilia usavano questa espressione quand'ero piccolo, e ora che ci penso ricordo solo usi in cui chi riceve l'espressione è piccole: forse anche in questo c'è un gesto di cura e protezione per chi è più fragile.
In ogni caso grazie Paola per avere aperto anche questo spiraglio linguistico. Fate ə monellə è un momento di lettura che è diventato fondamentale per me.
Si chiama allocuzione inversa in italiano. Io vivo in Basilicata (ma sono di Bolzano) e anche qui si usa molto. La mia amica che ha studiato sociolinguistica mi ha detto che in alcuni casi sostituisce anche il nome, per i bambini piccoli. Tipo “mammì”, per a mammina. Ho iniziato solo ora a studiare. Se scopro qualcosa ti tengo informata ❤️😘
Mi pare che tu sia delle parti di Palermo, anche da me in provincia di Messina si (stra)usa. Veni ccà, a mamma, chi non ti fazzu nenti, con lo zoccolo di legno in mano....tipico.
Cmq della citazione dell'apple tree farei un quadro da appendere. Mi ricorda molto una frase un po' autoconsolatoria che mi sono detta per tutta la vita, nei lunghiiiiissimi momenti in cui sono stata convinta che l'amore romantico ricambiato fosse roba solo per altri e cioè che Di amare vale sempre la pena. Ed è vero.
In sardo, che mi risulti (ma prendimi con le pinze perché purtroppo ne so poco), questa consuetudine linguistica non c'è.
Però dopo aver letto le tue prime righe mi è subito venuto in mente il modo in cui il mio compagno messicano parla con la sua famiglia d'origine: c'è una costante sottolineatura amorevole dei ruoli familiari.
Vediamo se mi so spiegare. Tipo, lui parla con sua sorella e le chiede "Hai parlato con mia madre?" - e tu pensi che abbiano due madri diverse, invece no, parlano della stessa persona. Oppure, ci sono lui, la sorella e la mamma intorno al tavolo, e la sorella dice alla madre: "Quando mio fratello è venuto a trovarmi...", e tu pensi stiano parlando di un altro fratello, invece no, è lo stesso che è seduto al tavolo con loro. Lo so, non c'entra con il reverse addressing, ma ci ho pensato subito; è forse anche quello un modo di rimarcare con amore le persone che popolano le nostre vite e il loro legame con noi?
(E comunque, che sorpresa meravigliosa sono sempre le tue newsletter.)
Che cosa super interessante! Ho fatto una ricerca su internet e sono finita in un thread lunghissimo su Reddit LOL
A quanto pare è un modo di esprimersi che è nato in Messico, e che poi è stato adottato anche in paesi vicini, Guatemala, Colombia, Venezuela. Voglio capire se questa cosa ha un nome e se ci sono studi / articoli / ricerche linguistiche a riguardo. Nerd mode: activated! 😂
PS. Grazie 🩵🍏
Attivati, super nerd del mio cuore!
Ricordo che anche le mie zie e zii in Sicilia usavano questa espressione quand'ero piccolo, e ora che ci penso ricordo solo usi in cui chi riceve l'espressione è piccole: forse anche in questo c'è un gesto di cura e protezione per chi è più fragile.
In ogni caso grazie Paola per avere aperto anche questo spiraglio linguistico. Fate ə monellə è un momento di lettura che è diventato fondamentale per me.
Io credo che con mio nipote userò questo modo di parlare per tutta la vita 😁
Grazie, Andrea, mi sciogli il cuore con le tue parole 🩵
Si chiama allocuzione inversa in italiano. Io vivo in Basilicata (ma sono di Bolzano) e anche qui si usa molto. La mia amica che ha studiato sociolinguistica mi ha detto che in alcuni casi sostituisce anche il nome, per i bambini piccoli. Tipo “mammì”, per a mammina. Ho iniziato solo ora a studiare. Se scopro qualcosa ti tengo informata ❤️😘
Ah ecco, esiste il nome in italiano! Ero sicura di non aver detto una ricerca per bene. Grazie ♥️
Mi pare che tu sia delle parti di Palermo, anche da me in provincia di Messina si (stra)usa. Veni ccà, a mamma, chi non ti fazzu nenti, con lo zoccolo di legno in mano....tipico.
Cmq della citazione dell'apple tree farei un quadro da appendere. Mi ricorda molto una frase un po' autoconsolatoria che mi sono detta per tutta la vita, nei lunghiiiiissimi momenti in cui sono stata convinta che l'amore romantico ricambiato fosse roba solo per altri e cioè che Di amare vale sempre la pena. Ed è vero.
Sono della provincia di Siracusa, in realtà :) e sì, anch'io mi ci farei un quadro. Forse la scrivo su un bel foglio colorato, per iniziare. Grazie 🍏
Credo che sia legato a questo filone anche quando parliamo coi nostri cari in terza persona, tipo “Dai un bacio alla mamma?” E la mamma sono io.
Molto probabilmente sì ☺️