Pensieri rivoluzionari in prestito dalla fantascienza - parte II
La seconda puntata sull'incontro di fantascienza tra unə monacə e un robot, l'utopia di un sistema economico basato sul mutuo beneficio, e che cosa può significare per il nostro rapporto coi soldi.
Anche la monelleria di questa settimana è offerta dalla lettura dei libri di fantascienza di Chambers, quindi questo episodio ha molto più senso se avete letto la scorsa puntata; ve la metto qui per comodità:
Un’economia di mutuo beneficio
Spero vi ricordiate di Sibling Dex, monacə del tè, e del robot Mosscap, suo compagno di viaggio. Mentre racconta la loro avventura, Chambers descrive la vita sulla luna Panga, parlando anche del sistema economico che vi vige, un aspetto che è solo accennato nel primo libro (incuriosendomi molto), e che poi viene spiegato meglio nel secondo libro.
Come monacə devotə ad Allalae, divinità dei piccoli comfort, il compito di Dex è quello di viaggiare di comunità in comunità offrendo tè e conforto a chiunque ne abbia bisogno. Dex arriva con la sua bicicletta/roulotte e si mette al lavoro per preparare un luogo comodo dove le persone possano venire a usufruire del suo servizio. Un servizio che non ha alcun costo, nemmeno una donazione consigliata. A dirla tutta, a Panga i soldi non esistono proprio: vige piuttosto un’economia del beneficio, che si materializza sotto forma di peb1 digitali.
Quando duecento anni dopo il risveglio dei robot Mosscap decide di inoltrarsi nel mondo di Dex, lo fa con uno scopo ben preciso: rispondere alla domanda “What do humans need?” - ovvero: “Di cosa hanno bisogno gli esseri umani?”.
Trovandosi di passaggio in un villaggio, il robot rivolge questa domanda (alquanto filosofica) alle persone residenti. Prendendo la domanda alla lettera, queste chiedono a Mosscap di fare ogni sorta di cose per loro: aggiustare la porta di una casa, riparare la ruota di una bicicletta, provare persino ad aiutare unə bambinə con i compiti di matematica. Mosscap fa tutto con grande entusiasmo, ricevendo alla fine dei suoi giri un foglio di carta con un elenco di tutte le faccende svolte, e, accanto, un numero. Confuso su cosa significhi, chiede a Dex delucidazioni: si tratta di una somma di trentotto peb che Mosscap ha ricevuto in cambio dei servizi che ha svolto per il villaggio.
Dex passa quindi a descrivere il sistema economico di Panga: immagina di partire da un conto virtuale di 0 peb - dice Dex - e di aver improvvisamente voglia di mangiare una mela. Ti rechi da unə contadinə e prendi una mela, offrendo 1 peb in cambio: questa transazione ti lascia con un conto negativo di -1 peb e una mela. Il lavoro dellə contadinə ti ha portato beneficio (facendoti gustare una mela), quindi ora sta a te portare beneficio a qualcunə altrə. E bada bene che non deve essere necessariamente lə contadinə; nelle parole di Dex:
[...] Exchanging pebs isn’t about bartering. It’s about benefit. You are a part of the community, and the farmer doing something for you means that they are, effectively, doing something for the group.
[...] Lo scambio di peb non è una questione di baratto. È una questione di benefici. Tu sei parte della comunità, e lə contadinə che fa qualcosa per te significa che, di fatto, sta facendo qualcosa per il gruppo.
Mosscap sembra iniziare a capire: lə contadinə nutre lə musicista, che allieta la vita nel villaggio con la sua musica. Lə tecnicə che ha fatto una pausa per godere della musica ora ha l'energia per andare a riparare la torre di comunicazione. La torre di comunicazione consente al servizio di meteorologia di fornire il bollettino meteo, che a sua volta aiuta lə contadinə a coltivare più mele. Invece di un sistema di valuta che tiene traccia degli scambi individuali, quello di Panga è un sistema che facilita lo scambio attraverso la comunità, perché tutti gli scambi, in un modo o nell’altro, vanno a beneficio della comunità nel suo complesso.
Una domanda sorge allora spontanea nella testa metallica di Mosscap:
"And I'm not penalized for the debt I incurred at the start?"
"Absolutely not," Dex said firmly. […] "Nobody should be barred from necessities or comforts just because they don't have the right number next to their name."
"E non vengo penalizzato per il debito che ho contratto all'inizio?"
"Assolutamente no," disse Dex con fermezza. […] "Nessuna persona dovrebbe vedersi negare necessità o comfort solo perché non ha il numero giusto accanto al suo nome."
Decisamente un mondo utopico in cui il capitalismo e le disuguaglianze non esistono più, ma su questo torneremo dopo.
Mosscap continua con le sue domande: se non c’è una penale per i debiti che contrai, cosa ti impedisce di prendere e prendere e prendere, senza mai dare niente in cambio? Nel fantastico mondo di Dex quello che spinge le persone a contribuire all’economia della comunità è semplicemente un sentimento: quando prendi tutto, e non dai nulla in cambio, un sentimento di irrequietezza si impossessa di te, e semplicemente non riesci più a godere di nulla, nemmeno dei piccoli comfort (che sappiamo essere sacri nella vita su Panga). Ovviamente può succedere di avere un bilancio negativo di tanto in tanto, ma se a una persona dovesse succedere spesso, o il saldo dovesse andare drammaticamente in rosso, allora significa che questa persona ha bisogno di aiuto: forse sta male, ha una situazione poco serena a casa, o forse ha semplicemente bisogno di un’altra persona che si prenda cura di lei o lui, per un po’:
“If I saw a friend’s balance and it was way in the red, I’d make a point of checking in.”
"Se vedessi il saldo di unə amicə in rosso, mi impegnerei a controllare (che stesse bene)".
Avete letto bene: nella vita fantascientifica di Panga, i saldi di tuttə sono pubblici, e possono essere apertamente consultati in ogni momento.
Mosscap sembra finalmente capire il senso di questo sistema di scambio basato sul mutuo beneficio, ma realizza ben presto che non sa che farsene dei trentotto peb che il villaggio gli ha dato. Dex lo rassicura: non si posseggono peb per andare a spenderli, e non sei costrettə a darli via se non vuoi; si ricevono peb per tutt’altro motivo:
“Because the point of a peb exchange is to acknowledge someone’s labor and thank them for what they bring to the community. They didn’t give you thirtyeight pebs because they want you to go out and spend them. They gave you thirtyeight pebs because your work is as important as anybody else’s. It means they see you as a person.”
"Perché lo scopo di uno scambio di peb è riconoscere il lavoro di una persona e ringraziarla per ciò che porta alla comunità. Non ti hanno dato trentotto peb perché vogliono che tu vada a spenderli da qualche parte. Ti hanno dato trentotto peb perché il tuo lavoro è importante quanto quello di chiunque altro. Significa che ti considerano una persona".
Dal culto del capitalismo alla cura collettiva
Proviamo a ricapitolare questo utopico sistema economico ideato da Chambers. È un sistema che non prevede lo scambio individuale attraverso soldi, ma uno scambio collettivo guidato dai benefici di una comunità intera. I bilanci di tutte le persone sono pubblici e consultabili in qualunque momento. Un conto in rosso non è necessariamente segno di avidità o egoismo, ma molto probabilmente sintomo che una persona sta affrontando delle difficoltà. Lo scopo di dare e ricevere peb non è quello di accumulare capitale, ma quello di riconoscere e sancire l’aiuto reciproco che le persone si danno.
Devo ammettere di aver sentito due cose molto diverse leggendo questa parte del racconto; dapprima un grande senso di incredulità: ma questa roba non potrebbe funzionare mai! (del resto stavo leggendo una storia di fantascienza, no?). Poi però è subentrato un filo di speranza, e con essa una sensazione di sollievo: se immaginare un mondo in cui il culto del capitalismo lascia spazio alla cura collettiva è troppo difficile (al momento), niente mi vieta di provare ad adottare un certo sistema economico nella mia famiglia, con le persone che amo, nel mio quartiere, nella mia comunità.
Posso pensare a come spendo i miei soldi, e provare a fare delle scelte più consapevoli. Quando acquisto qualcosa, posso chiedermi a beneficio di chi avverrà quella transizione economica, quale forza lavoro sto riconoscendo, quali persone sto ufficialmente ringraziando per quello che portano alla mia vita, alla mia comunità. Posso scegliere di avere un rapporto diverso con il denaro, uno che non sia sancito da tabù e segreti, ma da un dialogo aperto e trasparente, soprattutto con le persone che amo e che sono importanti per me. Posso decidere che non è vergognoso parlare di soldi, ma anzi necessario, e comunicare apertamente quanto viene retribuito il mio lavoro. Posso decidere di chiedere alle persone che amo non solo come stanno, e come stanno andando le loro giornate, ma anche se hanno tutto quello che serve loro per una vita dignitosa e senza troppe preoccupazioni (il che spesso significa semplicemente chiedere: “hai abbastanza soldi in questo momento?2”).
Il mondo descritto da Chambers, e il sistema economico che lo regola, sono sicuramente fantascienza, racconti solarpunk3 il cui scopo è quello di immaginare dei modi in cui un mondo migliore è possibile. Ma è forse anche un modo per ricordarci che, come tutte le cose nell'universo, le nostre circostanze attuali non sono più permanenti di qualsiasi altra cosa in natura. I sistemi insormontabili in cui ci ritroviamo a vivere (e il capitalismo è certamente uno di questi) non sono altro che il prodotto di scelte, fatte da persone nel corso degli anni, che spesso si ripercuotono per generazioni e generazioni. I racconti di fantascienza di Chambers mi hanno quindi ricordato che le scelte che facciamo ora, in questo momento, saranno importanti anche dopo la nostra scomparsa.
Lo so che Panga non esiste, e che la realtà è parecchio più dura e complicata di quella descritta da Chambers, ma sono convinta che mettere in discussione lo status quo su questa Terra, in questa vita, sia possibile. Iniziamo a chiederci in che modo decidiamo di prendere atto del lavoro altrui, che rapporto abbiamo con i soldi, se riusciamo a parlarne facilmente e in modo onesto, e come possiamo essere di beneficio alle nostre collettività. Chissà, le risposte potrebbero stupirci.
Cose che ho letto, visto, sentito
Ho letto, per la seconda volta, “¡Viva la vida!” di Pino Cacucci. Questo monologo è la sintesi infuocata dell’esistenza di Frida Kahlo, “albero esausto nell'attesa di una primavera mai giunta”. Sono molto grata alla mia amica Paola per avermelo regalato.
- spiega bene perché le recenti restrizioni sull’aborto non solo sono pericolose, ma limitano il diritto di autodeterminazione delle donne. E a proposito di aborto, e di uomini che scelgono per le donne, questa puntata di Splendida Cornice è geniale (grazie alla mia amica Donata per avermela mandata).
Ho iniziato a guardare “Baby Reindeer” su Netflix e mi sta piacendo tanto. Ne parlerò sicuramente, perché secondo me c’è un sacco di roba da dire :)
A giovedì prossimo :) Frattanto, fate ə monellə!
Peb è il diminutivo di pebble, una parola inglese che significa ciottolo, sasso.
In questi mesi di malattia, alcune persone amiche mi hanno chiesto se avessi bisogno di supporto economico: questa è una forma di cura incredibilmente preziosa.
Solarpunk è un movimento culturale e artistico che promuove una visione ottimista e progressista del futuro.
Non vedevo l'ora di leggerti. 💚
Per me iniziare a parlare apertamente di soldi con le persone più vicine e importanti è stato un bel giro di boa. Da circa un anno, per esempio, uso un'app di condivisione delle spese con le mie persone del cuore: ci prestiamo soldi a vicenda, ci riempiamo il frigo quando serve, abbiamo abbonamenti condivisi, e l'app funge un po' da conto in comune. È stato molto benefico e ci ha aiutato a parlare più apertamente della nostra situazione economica. Credo che in un mondo turbocapitalista come il nostro, parlare di soldi in modo trasparente e collettivo sia una grande risorsa per fare comunità.