Pensieri rivoluzionari in prestito dalla fantascienza - parte I
La prima puntata sull'incontro di fantascienza tra unə monacə e un robot, la sacralità dei piccoli comfort, e un promemoria: non abbiamo bisogno di guadagnarci il diritto al riposo.
And to that end, welcome comfort, for without it, you cannot stay strong.
La monelleria di oggi è gentilmente offerta dalla lettura di una serie composta da due libri scritti da Becky Chambers; la serie si chiama “Monk and Robot” e i due libri sono “A Psalm for the Wild-Built” e “A Prayer for the Crown-Shy”1. Il genere letterario, che ho scoperto da poco, è quello del Cozy Science Fiction: una fantascienza che non racconta di apocalissi o minacce esistenziali, ma piuttosto dipinge la possibilità di un futuro migliore attraverso storie che sono abbracci, balsamo per il cuore.
I libri - che mi sono piaciuti tantissimo e la cui lettura consiglio (soprattutto se, come dice l’autrice all’inizio del primo libro avete bisogno di una pausa) - sono ambientati su una luna di nome Panga dove in passato l'intelligenza artificiale e i robot avevano un ruolo centrale nella società urbanizzata e industrializzata. A un certo punto però i robot prendono coscienza e (anziché ucciderci tuttə!) dichiarano di non voler più lavorare per gli esseri umani, andando a vivere nella natura selvaggia e lasciando l’altra metà della luna all’umanità, che si sforza quindi di trovare un modo di vivere più sostenibile ed etico, e con un rinnovato equilibrio tra tecnologia e natura.
I protagonisti dei libri sono Sibling Dex2, unə monacə non binariə che usa i pronomi they/them - e che so già farò molta fatica a rappresentare in italiano, sigh - e Mosscap, un robot senza genere. Per la prima volta dopo duecento anni - tanto il tempo trascorso dal risveglio delle macchine - un essere umano e un robot si incontrano: il primo libro racconta del viaggio di Dex nelle sconosciute terre selvagge della riforestazione di Panga, mentre il secondo, con un percorso un po’ al contrario, vede Mosscap inoltrarsi nel mondo di Dex.
La sacralità dei piccoli comfort
Ci sono tante cose di questo racconto fantascientifico che mi piacerebbe molto fossero realtà, e una di queste è il credo di Dex. Sulla luna di Panga il sistema di fede dominante è il culto dei Sei. Il pantheon è composto da tre divinità genitrici (di cui non ci importa in questa sede) e da tre divinità figlie - Chal, dei costrutti, Samafar, dei misteri, e Allalae, dei piccoli comfort. Il secondo libro della serie si apre con la preghiera del culto dei Sei, di cui riporto un passaggio:
We are the work of the Parents.
We do the work of the Children.
Without the use of constructs, you will unravel few mysteries.
Without knowledge of mysteries, your constructs will fail.
Find the strength to pursue both, for these are our prayers.
And to that end, welcome comfort, for without it, you cannot stay strong.
Ho provato a tradurla in italiano3:
Siamo il lavoro delle nostre divinità genitrici.
Facciamo il lavoro delle nostre divinità figlie.
Senza l'uso dei costrutti, rivelerai pochi misteri.
Senza la conoscenza dei misteri, i tuoi costrutti falliranno.
Trova la forza di perseguire entrambi, perché queste sono le nostre preghiere.
E a tal fine, accogli il comfort, perché senza di esso non puoi rimanere forte.
La preghiera riassume la devozione alle tre divinità figlie: trovare la forza di perseguire sia le costruzioni materiali della vita che i misteri filosofici e spirituali, e accogliere il comfort, perché senza di esso non si può restare forti. E proprio di comfort Sibling Dex, monacə del tè, è unə espertə: il suo compito è quello di viaggiare tra gli insediamenti di Panga offrendo bevande calde, morbidi cuscini, e conforto a chiunque incontri. Il sacro dovere di Dex è quello di confortare le persone, ma è anche quello di essere confortatə, di sentirsi comodə, a proprio agio - insomma di essere comfortable, per usare la parola inglese.
Non so voi, ma se io provo a immaginare unə monacə, penso subito a vesti marroni, monasteri di pietra, manoscritti miniati, e canti liturgici: ho un’immagine mentale piuttosto cristiana e piuttosto medievale. Penso anche al continuo esercizio delle virtù, al distacco dal mondo e dai piaceri legati alla vita materiale, all’abnegazione, e persino all’autoflagellazione come forma di punizione corporale. È forse questa una rappresentazione accurata? Probabilmente no. È piuttosto stereotipata e riduttiva? Probabilmente sì. È innegabile però che la devozione religiosa è spesso calata in racconti intrisi di sofferenza che lasciano poco spazio alle gioie e agli agi terreni.
Il culto del dio Allalae nel mondo descritto da Chambers rovescia completamente quest’immagine. Lungi dal vivere in povertà o condizioni difficili, Dex dorme su un letto sofficissimo e comodissimo. Lungi dall’essere celibe, Dex parla liberamente di amanti, relazioni, e sesso. Lungi dall'associare la virtù al rifiuto del piacere, la devozione spirituale di Dex ad Allalae è intrinsecamente legata allo stare bene.
Il culto di Allalae non è però un qualunque culto edonistico: nel sistema teologico che guida la vita sociale su Panga, i piccoli comfort sono parte integrante del ciclo della vita. Contadinə, medichə, meccanichə, scienziatə, artigianə - tutte le persone che fanno andare avanti la vita sulla luna, tutte quelle il cui lavoro rientra nel dominio delle altre divinità figlie - hanno bisogno di prendersi del tempo per venire ad Allalae a ritemprarsi. Anche se fosse solo una tazza di tè caldo e una chiacchierata di dieci minuti: questo basta a rigenerarle fisicamente, emotivamente e spiritualmente, rimettendole in sesto. Sibling Dex capisce quanto siano importanti i piccoli comfort nelle vite individuali delle persone e per il funzionamento della società intera, ed è proprio questo che lə attira ad Allalae e al rito del tè in primo luogo: la catarsi di sentirsi vistə e sentitə, in uno spazio ufficiale e sacro fatto per riposare e respirare; Dex scopre che questa è una cosa semplice che però cambia la vita. Così come cambiano la vita i piccoli comfort che diamo spesso per scontato o per i quali a volte non abbiamo abbastanza tempo. Un buon pasto che non abbiamo dovuto cucinare noi, una doccia calda, una buona notte di sonno. La somma di piccoli, grandi privilegi, se vogliamo.
A prescindere dall’aspetto religioso, ho trovato la scelta narrativa di questo culto profondamente rivoluzionaria.
In un’epoca ossessionata dal progresso e dalla produttività, è quasi un esperimento radicale essere trasportatə in un'ambientazione fantascientifica dove prendersi una pausa non è soltanto incoraggiato, ma è proprio integrato nel ciclo di vita, nel sistema di fede, persino nelle aspettative sociali.
Ci è permesso semplicemente vivere
Ma nel culto di Dex c’è dell’altro: il rifiuto ponderato della vocazione, intesa come chiamata a svolgere una determinata arte o professione. La vocazione implica che si ha un lavoro importante da fare, e che quindi che lo si deve fare, costi quel che costi. Nel mondo descritto da Chambers non c’è spazio per questa logica, né per una logica che lega il valore di una persona al suo lavoro. A un certo punto della storia una grande irrequietezza cresce dentro di Dex, che inizia a mettere in discussione il rituale del tè e si addentra lì dove gli essere umani non erano stati per più di duecento anni. Sente che manca qualcosa, che forse non sta facendo abbastanza, che c’è un mistero più grande da scoprire, che da qualche parte le cicale cantano, e che non troverà pace finché non le ascolterà.
Queste parole pronunciate da Mosscap daranno a Dex una prospettiva nuova, fresca, necessaria:
You’re an animal, Sibling Dex. You are not separate or other. You’re an animal. And animals have no purpose. Nothing has a purpose. The world simply is. If you want to do things that are meaningful to others, fine! […] You keep asking why your work is not enough, and I don’t know how to answer that, because it is enough to exist in the world and marvel at it. You don’t need to justify that, or earn it. You are allowed to just live.
Eccole in italiano:
Sei un animale, Sibling Dex. Non sei separatə o altro. Sei un animale. E gli animali non hanno uno scopo. Niente ha uno scopo. Il mondo è semplicemente così. Se vuoi fare cose significative per gli altri, bene! [...] Continui a chiedere perché il tuo lavoro non è abbastanza, e io non so come risponderti, perché è sufficiente esistere nel mondo e meravigliarsi di esso. Non c'è bisogno di giustificare questa cosa o di guadagnartela. Ti è permesso semplicemente vivere.
Ti è permesso semplicemente vivere.
Credo che anche questo sia un pensiero profondamente rivoluzionario. Non voglio dire che i nostri lavori non siano importanti: sono il riflesso delle nostre attitudini, i nostri mezzi di sostentamento, il modo in cui contribuiamo (spesso) a creare un mondo migliore. Ma non possono definire il nostro valore, né tanto meno sancire il nostro diritto a stare in questo mondo. Ci è permesso semplicemente vivere.
Allo stesso modo, non è necessario avere un motivo per essere stanchə. Non dobbiamo guadagnarci il riposo o il conforto. Ci è permesso di essere, e basta.
La prossima volta che vi sembra che niente sia abbastanza, la prossima volta che metterete in dubbio le vostre fatiche, i vostri sforzi, inseguendo cicale che sembrano non arrivare mai, preparatevi una tazza di tè bollente, mettetevi comodə su un paio di morbidi cuscini, e respirate: siete vivə, e va già bene così.
Cose che ho letto, visto, sentito
Ho recuperato su Rai Play la puntata integrale sul Tecnofemminismo del programma Digital World. Parte proprio dalle basi, ma davvero ben fatta!
Sono stata al cinema con mamma a vedere “C'è ancora domani” e mi è piaciuto tantissimo. Cortellesi mi piaceva già da attrice, questo debutto da scrittrice e regista per me è stato top! Mi ha anche colpito tantissimo il modo in cui la musica è usata nel film. E sì, mi sono emozionata perché finalmente ho fatto una cosa da “vita normale”, con tanto di popcorn.
Segnalo l’ultimo numero di
, che mi ha confermato la difficoltà a parlare di Sibling Dex e del suo essere non-binary in questo episodio usando la lingua italiana. Però ce l’ho messa tutta, perché “sono sempre le parole e l’uso che ne facciamo a determinare come vogliamo che sia la realtà”. Quanto è vero.
Ci sentiamo giovedì prossimo :) Frattanto, fate ə monellə!
Il primo è edito in Italia da Mondadori per la collana Urania 1722 con il titolo “Un salmo per il robot”. La pubblicazione del secondo è stata annunciata per settembre di questo anno.
Sibling è una parola inglese che significa sia fratello che sorella; visto che Dex è non-binary ho preferito non tradurre l’appellativo né con l’uno né con l’altro termine e usare l’inglese.
Avevo deciso di non tradurre la parola comfort (che in italiano sarebbe conforto, agio, comodità), per poi scoprire che in realtà è una parola della lingua italiana.
Grazie per aver citato Linguetta 💛.
Che newsletter comfort! L'ho letta mentre facevo colazione con latte al cacao, e biscotti fatti da me, pigramente alle 10 del mattino. Ora cerco subito questi libri e credo di essere già sacerdotessa di questo culto. 💜